NO ALLA LEVA 2026: GIOVANI CONTRO IL PIANO CROSETTO

L’Unione degli Studenti, la Rete della Conoscenza e Link Coordinamento Universitario intervengono in merito all’annuncio del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha reso noto di essere al lavoro su una proposta di legge per la reintroduzione della leva militare a partire dal 2026. In Italia la leva è attualmente sospesa, condizione che consente al governo di valutarne il possibile ripristino.

Secondo quanto dichiarato dal ministro, l’iniziativa risponderebbe alla necessità di preparare il Paese a potenziali scenari emergenziali. Le tre organizzazioni osservano che la discussione sulla sicurezza nazionale si colloca in un contesto di incremento delle spese militari previste nell’ultima legge di bilancio, mentre altri ambiti continuano a registrare riduzioni di risorse.

Si richiama inoltre l’attenzione su dinamiche analoghe presenti in vari Paesi europei, tra cui Francia e Germania, dove si discute della reintroduzione o del rafforzamento di forme di servizio militare e dove misure come stipendi e alloggi gratuiti vengono utilizzate come strumenti di incentivo.

“Non possiamo più accettare una cultura della guerra nella nostra società. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha annunciato che sta lavorando ad una legge per reintrodurre la leva militare nel 2026, e tutto questo si inserisce in un clima che sta influenzando sempre di più la nostra quotidianità. Vogliamo un sistema che non finanzi un settore del genere ma garantisca i nostri diritti”, dichiara Francesca Cantagallo, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza.

Alice Beccari, responsabile dell’organizzazione dell’Unione degli Studenti, aggiunge: “La leva non è mai stata abrogata ma solo sospesa, rendendo più semplice una sua reintroduzione. In Europa è in corso un piano di riarmo e di rafforzamento della leva militare con provvedimenti come stipendi e alloggi gratuiti per compensare condizioni di precarietà che dovrebbero invece essere affrontate con investimenti sul welfare, sul lavoro, sulla salute e nei luoghi della formazione.”

Arianna D’Archivio, coordinatrice nazionale di Link Coordinamento Universitario, afferma: “Riteniamo che le priorità del Paese debbano essere altre: il rafforzamento dell’università pubblica, la garanzia del diritto allo studio e politiche che diano stabilità e prospettive ai giovani. La leva non può essere proposta come soluzione a problemi sociali e occupazionali che richiedono misure strutturali”

Le tre organizzazioni sottolineano l’importanza di un modello sociale fondato sull’accesso libero alla conoscenza, su investimenti nell’istruzione pubblica, nella ricerca e nel welfare studentesco, e sulla costruzione di percorsi di pace. Chiedono inoltre interventi concreti contro la precarietà e risorse adeguate per finanziare i diritti affinché non siano subortinati a scelte di riarmo.


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